Ragazza Diciannovenne Letra

Carlo Pestelli

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Letra de Ragazza Diciannovenne
Ciao ragazza diciannovenne. Ti ricordi di me?
Sono quel minorenne innamorato di te.
Ci siamo visti all'assemblea d'istituto,
ti ho rivolto timido, un saluto.
All'uscita ti ho detto ancora ciao, ma tu
già sgommavi sul tuo CIAO.
Lei disse: "sentimi bene, pidocchio imberbe:
cosa vuoi dalla mia vita? Non vedi sono una donna
matura fatta finita. Tu invece porti l'apparecchio
e scommetto vai ancora a judo -si! Cintura arancione, e allora?-
ecco... allora... piscialetto torna in classe che c'è lezione".
Io dico: è vero, sono un primino, le mie letture Tex, Topolino.
Tu invece che sei maturanda, ogni giorno leggi Rossanda ma forse:
"Hai un minuto per me?.. ti ho comprato un poster degli Spandau Ballet
E se chiedo i soldi a papà ti porto a sentire gli A-ha".
Lei dice: "ecco appunto ritorna da mamma e papà.
Io vado a sentire Guccini alla festa dell'Unità".

"Ciao mamma questa sera esco".
-ciao tesoro dove vai? Al luna Park?-
"No, vado a sentire Guccini". -Ah! Allora mettiti le clark-

Il concerto inizia allegro, sembra una canzone del carnevale,
nel bel mezzo dell'estate, lei si spalmava in un frontale.
Me l'aveva detto il parroco che i bolscevichi mangiano i bambini,
non andare mai e poi mai a sentire Guccini.
In effetti nel secondo pezzo c'è già un vecchio pederasta
che cammina con un bimbo per la mano,
con una scusa mal gestita, gli dice: "vieni, andiamo in gita.
E vedremo un orizzonte sempre più lontano".
Ma la canzone che ho preferito è in un autogrill di Pistoia:
con un sorso di seven-up il gaucho andava in paranoia,
poi fa il furbo con l'impiegata che è bionda ossigenata
e per gesto di farewell, come mancia le lascia un nichel
e quando finalmente tu pensi ce l'abbia fatta
te lo ritrovi come un demente a picchiettare inun indù in latta.
E corre corre corre la locomotiva,
nell'entusiasmo alzo il pugno destro sentendomi Superman
ma nel sedere ricevo un pizzicotto,
penso, boh?! Sarà un compagno un po' finocchio,
invece è lei che mi dice "gnocco!
Alza il sinistro per essere un vero figiciotto".
Io penso, oddio, la mia ragazza diciannovenne
anche lei parla il cantante sul palco che se la prende ancora
coi bambini, questa volta è una bebè portoghese a farne le spese.
E in un un processo di osmosi collettiva
diecimila persone che prendono a cantare in modenese volgare.
Si parva licet mi unisco anch'io, in questo canto color argento,
in questa eco millenaria di fine novecento.
E ancora oggi se mi ridesto dal mio torpore oblomoviano
più lesto di un riflesso pavloviano dirti vorrei che t'amo,
ragazza, amo te... shomermamilaila mamilè.