Letra de Piccolo Giudice (Siciliana)
(di Mario Castelnuovo)

Io sono un piccolo giudice,
e scendo da molto più su,
da una terra di nebbia impalpabile
a una terra di argenterie,
coi picciotti da mettere in riga
e un silenzio d'oriente che c'è,
quando il sole riscalda i limoni,
e l'odore che sale al cervello
mi parla di te...

Io sono un piccolo giudice,
e, in fondo, paura ce l'ho...
le serrande abbassate alle nuvole
e i vestiti pesanti che avrò
quando l'afa che sale dal mare
porta un senso di malinconia
ai soldati qui sotto al portone...
e gli tiro giù l'acqua per scherzo,
e per scherzo andrà via...

La beretta a portata di brivido,
ed un pranzo di pesce laggiù,
coi ragazzi di scorta ad un tavolo,
e si parla e si ride di più...
che se penso ad un giorno qualunque,
a un ragazzo di macelleria
che mi spezzerà il cuore di schianto,
non lo nego che poi l'appetito
di botto va via...
ma se penso che un giorno qualunque
dovrò smettere e andarmene via,
mi si spezzerà il cuore lo stesso,
questa terra è memoria ed è sangue,
ed è nostalgia...

Io sono un piccolo giudice,
e in Sicilia ci resto, lo so...
Siciliana, terra nera
come pietra d'ossidiana,
Siciliana, terra nera...
Siciliana, terra chiara
come perla di collana,
Siciliana, terra chiara...

(Grazie a Luigi per questo testo)