Anastasio

Il Cigno
Progresso e repressione Distruggere il passato, fondare il futuro Metteremo in ordine a colpi di cannone Il comando è solo uno: "Avanti, march" Non esiste nessun'altra direzione che non sia il progresso Chiunque intralcerà la nostra marcia finirà soppresso La sentite questa puzza di carogna? Le blatte sono fuori dalla fogna E appena arrivate già pretendono diritti Invece di star zitti e di crepare di vergogna E ci penseremo noi Là dove non arrivеrà la tisi ad ingrassare gli avvoltoi Arriveremo noi E poi, vi macinеremo come granuli ai frantoi È finito il tempo del disordine, comincia a correre Finite le misure morbide, bisogna mordere Se vogliono la guerra, che guerra sia Se vogliono vedere Cristo, che croce sia La polizia non ha fantasia da sempre Tanto, se c'hai l'artiglieria, non serve Nel centro di Parigi infatti sfilano i plotoni Contro le barriere fanno file di cannoni Sulle barricate sono armati di moschetto Protetti da barili di legno e reti di letto Letras de cancionesLo sanno pure loro quanto dureranno poco Qualcuno grida: "Fuoco" La palla di cannone vola e sfiora Leggera lo stradone con sé Se non ci fosse fretta, lenta come se Non arrivasse mai E invece arriva eccome E dopo mille ancora Colpi a mille miglia allora Spari di cannone giù a ripetizione Chi non scappa muore Chi non muore implora Ma il soldato automa spara sul bersaglio Pure se la folla fugge allo sbaraglio Puzzerà di sangue e polvere da sparo Ma il comando è chiaro: "Avanti, march" Baudelaire ritorna dalle barricate bianco come il gesso Il soldato che versava il sangue adesso versa il vino alla grande festa Grida al progresso, brinda al destino Ed il poverello ed il signorino lanciano il grido: "Modernité" Baudelaire schifa la marmaglia informe degli intrattenuti Che danno baci a chi gli ha dato solamente sputi Il nuovo mondo battezzato al sangue dei caduti E il passato è già passato l'hanno cancellato tutti E i morti trascinati, i crani frantumarsi, legna, calcinacci e sparsi e merda di cavallo Il sangue raggrumato ancora nel selciato E l'erba che ci cresce puzza di metallo Parigi taglia le radici per dimenticarlo Di giorno si muove di fretta, odia il ritardo, lo spreco, l'inutile Batte l'incudine il fabbro e quando Viene la sera si gode il ballo Ipnotizzato dalle paillettes e dalle soubrette Berrà il suo veleno, penserà a tutt'altro Amnesia di stato, dal massacro è cambiato tutto Parigi che sembra una vecchia coperta di trucco Nuovi palazzi, nuovi stradoni, nuovi lampioni di ferro battuto E il mondo nuovo, cambia più in fretta Molto più in fretta del cuore di un uomo Il poeta cammina da solo, affranto E scrive che quanto è rimasto di sacro è colato nel suolo Insieme col sangue, durante il massacro È sepolto tra fogne umide E le coperte dei mendicanti nelle strade luride In ogni scarto umano sottratto all'utile È giunto a casa, la sua camera è l'unica cosa rimasta immutata La sua passeggiata è durata un'era Mentre si getta sul suo giaciglio e dalla ringhiera Si vede un cigno, fuggito alla gabbia Che sguazza nella polvere in cerca d'acqua Sublime e sgraziato Ricorda quel lago a cui l'hanno strappato Alza lo sguarda ad un cielo secco Beffardo color della ruggine e grida: "Quando scenderai acqua? Quando esploderai fulmine?" From Letras Mania