Vinicio Capossela

Il Testamento Del Porco
A mia moglie la gran miseria lascio il trionfo delle budella ha più cuccioli che mammella e mai nessuno la può saziar Lascio il ricordo di quel che è stato quando di fianco a fianco pascevamo felici nel fango e di coprirla non ero mai stanco E se pur non ho visto il sole pure del mondo ho conosciuto l'odore e se mai non ho visto il cielo pure è certo, ho vissuto davvero Nella gioia di divorare e di vivere da maiale senza mai saziare il ventre senza un momento di pentimento E se ho vissuto col muso per terra senza vedere girare le stelle pure lo stesso non voglio morire e schiamo forte per non crepare Ma se è destino morire scannati Letras de cancionesvoglio pure farvi beati e che non si butti via niente di una vita in sacrificio per voi di una vita in sacrificio per voi.... _______________________________ Il maiale fa testamento sulla pellaccia a chi col coltellaccio gli ha dato la caccia tu che mai vedesti il sole, con la tua faccia la tua vita di peccatore è alla fine delle sue ore porco mio è arrivata l'ora e adesso ti scanno per la coda finché sei vivo ti chiami maiale ma quando sei morto ti chiamano porco il testamento del maiale lascia a tutti in parte uguale il testamento del porco che a nessuno vuol fare torto A chi fa cause e liti e abu-u-so lascio la lingua fuori dal muso ai lussuriosi di carne fresca che passano di tresca in tresca lascio il grugnito del maiale a chi per fottere deve pagare ai delusi d'amore lascio la prova che grufolare e razzolare di fiore in fiore nella massa è il fine migliore Ai pavidi lascio la cote-e-enna e le setole per stre-e-enna ai politici e ai mediatici lo stomaco coperto di pelo ai litiganti lascio la lingua lo stinco lo lascio ai santi e il muso col grugno duro a chi ha la faccia come il culo la vescica lascio ai bambini che ci gonfino palloncini ai commercianti lascio la borsa e alle porcelle l'asta ai laidi lascio il fango che ci affondino con le zampe le unghie per i ladroni e i denti per gli assassini la zampetta ai lesti di mano e il cuore all'anima del villano ai cucinieri lascio la verga ci si appenda al peso delle terga che si impicchi dai cannaroni con la fune dei miei coglioni il sangue lo lascio a fiotti a chi canta sonetti e motti le budella fatte a strisce a chi se le gode e non si pentisce al gaudente ed al sapiente lascio i rotoli di salsicce agli infoiati le budella ai tardi di spirito le cervella a chi si tiene da parte tutto lascio la coppa con il prosciutto a chi rimanda per sparagno, lascio il lardo per la sugna a chi non mangia per non cacà non gli lascio che il rimpianto delle salsicce e del vin santo e della carne mischiata con il canto alla comare bisbetica, lascio il rotolo della cotica a chi è felice di stramangiare per cuscino lascio il guanciale e al posto del costato sulla croce lascio le spine per paradiso e gloria di un rosario di costine Al curato della chiesa lascio i vizi capitali la lussuria e la pigrizia il piacere e la sporcizia tutti quanti ce li ho avuti tutti quanti li ho goduti lascio gli occhi per chi non vede e la carne per chi non crede l'udito fino che mi è servito a sentire tutte le ore il richiamo del ventre invece di quello del mio signore Le ossa le lascio a terra ma solo dopo che han fatto brodo prima al ricco e poi a chi ha poco manomano che scema la carne finchè non ne rimanga niente e fa da minestra per il pezzente Così a tutti lascio in pegno questo mio corpo tondo in vita disprezzato e immondo a contrastare il regno del duo che regge il mondo la nostra grande signoria che domina ogni via fame e miseria e così sia From Letras Mania