Emanuele Barbati

Acero
Un’altra estate tira su la sua valigia, tu indossi ancora quella mia fredda camicia e il vento tra le foglie distratto come me, non lascia dubbi ai nostri ultimi “che c’è?” Non so perché, non so perché andrò via ma a un tratto sento che star qui con te non è più roba mia. Lo so che non racconti una bugia, quando mi dici che anche tu non sai il perché ma hai voglia di star via. E se vuoi provo a capire il perché non parlo più spesso con te, se vuoi cerca ma non capirai perché i miei occhi non piangono mai. Un altro giorno sta finendo con la sera, chissà perché speravo di trovar l’aurora, tu che accarezzi la tua pianta con le dita ma è troppo freddo e non ci troverai una rosa, non sai perché mi scrivi una poesia mentre sei a letto e sogni il canada e un acero che sfoglia, non so perché non m’addormenterò ma la tua ninna nanna un po’mi turba e ancora m’ addolora. E ti cerco ma tu non ci sei, non ci sei più nei sogni miei. Mi cerchi e non mi troverai, nei sogni che domani farai, ma se vuoi provo a capire perché, non parlo più spesso con te, se vuoi cerca ma non capirai, perché i miei occhi non piangono mai. Cammino senza fretta con la mia valigia, tu indossi ancora quella mia fredda camicia, rido guardando la tua pianta che riposa, affianco a quella spina so che nascerà una rosa. (Grazie a Emanuele Barbati per questo testo) From Letras Mania